Palazzo Trivulzio
Palazzo Trivulzio. Sec. XVI
Derivante da un nucleo più antico adibito a guarnigione nel Duecento, divenne la residenza di campagna dei Conti Trivulzio dal 1499 al 1678. Ampliato nella fase centrale del Cinquecento da Laura Gonzaga, moglie di Gian Giacomo Teodoro Trivulzio, fu in gran parte riedificato nella prima fase del Seicento dal nipote cardinale Teodoro, avvalendosi del celebre architetto Fabio Mangone e col concorso di diversi artisti, tra i quali Paolo Camillo della Rovere detto il Fiammenghino. Restaurato negli anni 1810-1811 dall’architetto ticinese Simone Cantoni, che progettò la sontuosa facciata in stile Neoclassico, fu ceduto da Cristina Belgioioso Trivulzio nel 1838 e subì interventi devastanti, diventando sede di fabbriche tessili, quindi del primo asilo infantile e delle scuole elementari e infine sala cinematografica. Parzialmente restaurato e ristrutturato a partire dalla fine del Novecento.
I giardini, probabilmente “all’italiana”, si estendevano fino alla Porta Milano e alla cinta muraria a settentrione del borgo. Rigogliosi di piante, avevano fontane con giochi d’acqua e un labirinto di siepi con sculture. Di fronte all’ingresso principale del Palazzo sorgeva il Circo, una piazzetta semicircolare adorna di grandi statue, spazio di rara bellezza espressamente voluto dal Principe Teodoro. Attestato nella mappa seicentesca di Melzo, nulla si sa degli autori della sua distruzione, né della sorte delle opere d’arte.